Accertamento IVA sulle Big Tech: un possibile effetto domino in Europa

Accertamento IVA sulle Big Tech: un possibile effetto domino in Europa

Accertamento IVA Big Tech: si apre un nuovo capitolo nei rapporti tra fisco e piattaforme digitali. L’Agenzia delle Entrate ha contestato a Meta, LinkedIn e X (ex Twitter) il mancato versamento dell’IVA sui servizi digitali, sostenendo che il valore economico dei dati personali possa essere equiparato a un corrispettivo.

Una tesi innovativa che, se accolta, potrebbe ridefinire l’intero perimetro fiscale del digitale e aprire la strada a nuovi procedimenti in Italia e in Europa. A illustrarne le implicazioni sono Maria Francesca de Rubeis ed Evaristo Maria Fabrizio, autori dell’analisi pubblicata su Agenda Digitale.

Secondo gli autori, la vera novità risiede nella qualificazione dei servizi “gratuiti” come operazioni imponibili, proprio in ragione dello scambio tra dati personali e accesso alle piattaforme. L’accertamento IVA Big Tech potrebbe quindi costituire un precedente, attivando un effetto domino tra le autorità fiscali dei Paesi UE.

Sul piano giuridico, emergono questioni rilevanti in materia di certezza del diritto, territorialità dell’imposta e rilevanza economica dei dati. È evidente che siamo di fronte a un possibile cambio di paradigma nel trattamento fiscale delle multinazionali del web.

Il dibattito si inserisce in una cornice più ampia di evoluzione normativa europea e spinge imprese e professionisti a monitorare con attenzione ogni sviluppo. In questo contesto, QLT continua a seguire con attenzione i temi dell’economia digitale, per supportare clienti e aziende in un panorama in rapida trasformazione.

L’approfondimento completo di Maria Francesca de Rubeis ed Evaristo Maria Fabrizio è disponibile su Agenda Digitale: puoi leggerlo qui.