Referendum e diritto del lavoro: cosa cambierebbe in caso di vittoria del Sì

Referendum e diritto del lavoro: cosa cambierebbe in caso di vittoria del Sì

Su Huffington Post, Francesco D’Amora e Federica Giannetti analizzano l’impatto che una vittoria del Sì potrebbe avere su tre aspetti centrali del diritto del lavoro.

Il primo quesito riguarda il Jobs Act (D.lgs. 23/2015). La sua abrogazione reintrodurrebbe meccanismi precedenti, come l’obbligo di comunicazione all’Ispettorato per i licenziamenti economici e la procedura conciliativa obbligatoria. Verrebbe meno anche l’offerta economica agevolata per evitare il contenzioso.

Il secondo quesito elimina il tetto massimo di 6 mensilità di indennizzo per le microimprese con meno di 15 dipendenti. I giudici potrebbero decidere liberamente l’importo, con possibili effetti penalizzanti per realtà con minori capacità finanziarie.

Infine, il terzo quesito punta a reintrodurre l’obbligo di causale nei contratti a termine, anche per quelli inferiori ai 12 mesi. Una misura che ridurrebbe la flessibilità gestionale per le imprese.

Nel complesso, la riforma referendaria riporterebbe il sistema a un’impostazione meno recente, con implicazioni rilevanti in termini di gestione del personale e contenzioso.

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